Quante volte rimandiamo quella telefonata o il caffè con l’amica perché non abbiamo tempo? Quante volte rimandiamo quel viaggio a quando avremo più tempo, magari alla pensione?
Quanti abbracci non dati per poca attenzione o fretta? Quante parole non dette perché tanto ci sarà tempo?… E il tempo passa. Tutti stiamo correndo, ma la domanda che mi pongo è: dove stiamo correndo? Cosa pensiamo di vincere quando arriviamo alla fine della corsa?
E' appena terminato il periodo che ci vede più rilassati e con più tempo da dedicare a noi stessi, le tanto attese vacanze natalizie.
Ma in un batter d’occhio sono finite e si riprende con tutti gli impegni che avevamo felicemente lasciato in sospeso nel vecchio anno.
Per quanto si possa amare il proprio lavoro è sempre complicato rientrare mentalmente in ritmi che non sentiamo nostri, perché non solo di lavoro si parla.
Lavoro, scuola, scadenze e tante altre cose… tutta la giornata è già occupata, talvolta la settimana programmata o il mese addirittura.
Osservo la Natura e nessun essere vivente, pianta o animale che vi abiti, manifesta un vivere ininterrotto di impegni come fa l’essere umano.
La pianta dopo aver fatto i frutti, si riposa per diversi mesi prima di germogliare nuovamente; la maggior parte degli animali va in letargo e gli altri rallentano i loro ritmi.
E noi? Noi No!
Noi abbiamo tante scadenze da rispettare e se non le rispettiamo siamo penalizzati, non siamo alla pari, nel peggiore delle ipotesi veniamo “puniti” con delle multe o...
Dobbiamo realizzare e dare “frutti” tutti i mesi dell’anno, essere produttivi.
Durante il fermo forzato abbiamo sperimentato di quanto in realtà si ha bisogno per vivere, molto meno rispetto a quanto ci hanno convinti e abituati ad avere.
Rifletto... ogni cosa che acquistiamo, bene o servizio, ha un valore e quel valore espresso in termini monetari in realtà dietro nasconde il valore del nostro tempo, tempo che impieghiamo della nostra vita lavorando per guadagnare quei soldi e pagare quel bene o servizio.
Poche volte viene messa l’attenzione su questo pensiero e questo significa che poche volte si pensa al valore e al proprio tempo/vita.
Quando si è piccoli sembra che la nostra esistenza sia infinita e che il tempo non passi, si vuole diventare grandi in fretta per poter fare tante cose, decidendo in piena autonomia come realizzare i propri sogni.
Quando si arriva ad essere grandi il tempo fugge, soprattutto perché è impiegato maggiormente al dovere e pochissimo al piacere e talvolta i sogni vengono tenuti nel cassetto per tempi migliori.
Si rincorrono quei 15 giorni di vacanza, per i più fortunati, per poter essere “liberi” da orari.
In un batter d’occhio si arriva ad essere anziani con tanto tempo impiegato per cose che ci si è obbligati a fare e molto poco per le cose che avevamo desiderio di fare.
Quante volte rimandiamo quella telefonata o il caffè con l’amica perché non abbiamo tempo libero?
Quante volte rimandiamo di realizzare quel viaggio a quando avremo più tempo, magari alla pensione?
Quanti abbracci non dati per poca attenzione o fretta? Quante parole non dette perché tanto ci sarà tempo?
… e il tempo passa.
Da diversi anni nella mia famiglia, almeno il sabato e la domenica, abbiamo deciso che non c’è l’orologio a scandire i nostri ritmi, ma tutto va nel fluire di quello che abbiamo voglia di fare; ci ritroviamo spesso a fare colazione tardi perché ci siamo dedicati tempo per le coccole nel letto, a ridere a godere di noi.
Spesso il pranzo è alle 15 e così avanti la giornata e spesso ci diciamo che così dovrebbe essere ogni giorno per essere felici.
Alla fine realizziamo che il tesoro più prezioso che si ha è la libera gestione del proprio tempo, tesoro che oggi sembra impossibile da concretizzare.
Occorre rieducarci alla lentezza, al saper godere del momento presente, a non rimpiangere il passato sognando il futuro e perdendo così il tempo che oggi abbiamo a disposizione.
Le nostre ore sono preziose e spetta ad ognuno di noi decidere come viverle.
Tutti stiamo correndo, ma la domanda che mi pongo è: dove stiamo correndo? Cosa pensiamo di vincere quando arriviamo alla fine della corsa?
I ritmi che ci vengono dettati dall’esterno hanno veramente un senso?
Ogni giorno osservo queste domande e passo dopo passo nel mio piccolo cerco di cambiare modo di vivere, consapevole che non sono da sola ma sempre più persone ne stanno prendendo coscienza mettendo in atto cambiamenti.
È fatica per il vorticare del mondo esterno, ma sono fiduciosa che arriverà un giorno che il nostro camminare sarà dettato dal ritmo personale interiore e saremo felici di aver perso la corsa!
Un abbraccio a tutti e sereno gennaio.
Licia
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