Appartiene alla stessa famiglia dell’aglio e della cipolla, può essere di colore verde, violetto/rosato o bianco, viene coltivato da secoli ma si trova anche come pianta spontanea nei nostri boschi...
Sono ortaggi primaverili, noti per le loro proprietà diuretiche. La parte commestibile della pianta è il turione, ossia il fusto, L’avete capito? In questa puntata parliamo dell’asparago, un alimento molto amato e ricercato in questa stagione.
Sembra che i primi ad apprezzarne le sue qualità fossero stati, più di 2000 anni fa, gli antichi Egizi, ma anche le popolazioni dell’Asia Minore. Non ebbe uguale fortuna presso i Greci che, a quanto pare, non lo coltivavano. Cosa ben diversa, invece, accadeva con i Romani, i quali già nel III secolo a.C. disponevano di manuali in cui si spiegava dettagliatamente quale fosse il metodo di coltivazione. Autori come Teofrastro, Catone, Plinio e Apicio non si limitarono solo a descriverne la coltura, ma suggerirono anche ricette per la preparazione. Gli imperatori romani erano talmente ghiotti di asparagi che a un certo punto avevano costituito addirittura una vera e propria flotta navale per andare a raccoglierli, navi che non a caso venivano chiamate “asparagus”.
Furono proprio i Romani a introdurre gli asparagi in Spagna, territorio che tutt’oggi risulta tra i più produttivi al mondo per quanto riguarda questo ortaggio che forse converrebbe chiamare fiore visto che se ne consumano i germogli detti turioni.
Durante il Medio Evo l’asparago venne un po’ dimenticato, per essere poi riscoperto nel corso dei secoli XV e XVI. Tuttavia vi è una leggenda secondo la quale l’asparago sarebbe stato presente all’imbocco della Valsugana già nel 1200. Si racconta, infatti, che Sant’Antonio da Padova fosse rientrato dalle missioni africane con delle sementi di asparago che intendeva offrire al tiranno Ezzelino da Romano, non a caso detto il Terribile, purtroppo noto per le sue scorrerie anche in Valsugana. Sia come sia, fatto sta che, secondo le cronache, in occasione del Concilio di Trento (1545-1563), alcuni prelati diretti nel capoluogo trentino, sarebbero transitati per Bassano gustando proprio gli “sparasi”.
Con nemmeno 30 calorie per 100 grammi, gli asparagi rappresentano un ortaggio dalle tante proprietà nutritive e terapeutiche. Innanzitutto 200 grammi di germogli di asparago apportano circa il 21% del fabbisogno giornaliero di fibra. Gli asparagi sono inoltre ricchi di: asparagina, un amminoacido che consente la sintesi proteica; di rutina (che rinforza le pareti dei capillari); di acido folico (utilissimo per il sistema nervoso, la mente, ma anche per contrastare altre malattie); manganese e vitamina A (utilissimi per legamenti, reni e pelle); di fosforo e di Vitamina B preziosi alleati contro l’astenia.
In cucina uno dei piatti tradizionali sono gli asparagi con le uova. Un tocco esotico e più vegetariano si può avere preparando gli asparagi con una salsa di avocado. Ecco la ricetta per 4 persone.
Prendete un mazzo di asparagi, lavateli ed eliminate la parte più dura del gambo. Raccoglieteli in un mazzo e legateli ben stretti, mettendoli a bollire, con coperchio, in acqua salata. Intanto pelate e fate a pezzi un avocado. Schiacciatelo con una forchetta, unendo un ciuffo di prezzemolo tritato. Condite con del succo di limone, sale, pepe. Passate quindi a scolare gli asparagi, poneteli su un piatto e guarniteli con la salsa di avocado, non esagerando visto che quest’ultima è ricca di grassi.
Buon appetito!
Licia
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